Il territorio della Provincia di Savona è compreso nella Riviera ligure di Ponente fra le Province di Imperia e Genova, mentre il confine piemontese occidentale e settentrionale interno è diviso con le province di Cuneo e di Alessandria (per brevissimo tratto anche con quella di Asti). La vocazione turistica savonese si manifesta soprattutto sul mare. E le Coste protette dai monti si presentano varie ed attraenti, con ampie spiagge sabbiose e con tratti ciottolosi o rocciosi, particolarmente adatti alle attività sportive. Oltre Capo Cervo, che segna il confine occidentale con la Provincia di Imperia, il successivo Capo Mele è raggiunto da una insenatura falcata lunga circa 6 km., al cui centro si sviluppa l’abitato marittimo di Andora, con belle spiagge e porto turistico.
Oltre il promontorio del Mele ha inizio, da Laigueglia e fino al Capo S. Croce oltre Alassio, uno dei più ampi tratti arenile dell’intera costa ligure, formato da sabbia quarzosa finissima apportata dal fiume Centa, lungo circa 4 Km. Oltre il porto turistico di Alassio, la costa procede rocciosa fino a Capo Vadino, dove ha inizio la piana alluvionale di Albenga, la più ampia della regione, con arenile in parte ciottoloso e sabbioso. Oltre l’ampia spiaggia di Ceriale, da Borghetto S. Spirito comincia un tratto di costa quasi rettilineo fino all’imponente capo roccioso della Caprazoppa, con spiagge piane, formate da arenili, a Loano, Pietra Ligure e Borgio. Belle spiagge sabbiose vantano anche Finale Ligure e Noli (porto turistico), divise dalle rocce del celebre “Malpasso” (il Capo di Noli immortalato da Dante nel IV canto del Purgatorio); poi altre scogliere a Punta del Vescovo, prima del litorale sabbioso di Spotorno, e ancora dirupi rocciosi fino al Capo di Vado, oltre il quale una spiaggia alluvionale mista raggiunge Savona.
Dei tre rami della Bormida, solo quello più esterno, di Millesimo, era fortificato da un sistema di castelli; gli altri due (di Pallare e di Mallare) erano affidati alle abbazie. Anche Altare, guardiana del valico omonimo o di Cadibona, rivestì notevole importanza strategica con la sua posizione lungo una primaria direttrice stradale. Ma la sua tradizionale operosità si manifesta ancora oggi con l’arte vetraria, introdotta poco dopo il Mille e sviluppata nel XV secolo. Da Altare, proseguendo, si arriva alle due frazioni di Montenotte (Superiore ed Inferiore), località nota perché nelle sue vicinanze si combattè, fra l’11 e il 12 aprile 1796, una grande battaglia napoleonica che vide la vittoria del Bonapoarte sugli Austro-Piemontesi. La sconfitta indusse gli Austriaci a ripiegare su Dego, i Piemontesi su Millesimo; le zone furono teatro di successive e decisive battaglie. Continuando a discendere lungo la valle dell’Erro si raggiunge Pontinvrea, feudo seicentesco degli Invrea (di cui rimane il palazzo, oggi sede comunale), già fiorente centro di produzione del legname per i cantieri navali della costa. Oltre la chiesa della Madonna del Carmine, dopo un tratto tortuoso fra Giovo e la Madonna del Salto, superate alcune frazioni di Stella, oltre il santuario della Pace (costruito in seguito alla composizione di una contesa fra gli abitanti locali e gli albisolesi), si giunge ad Albisola. Questa località, ripartita nei nuclei Superiore e Marina, ricca di testimonianze archeologiche romane, di edifici di notevole pregio (palazzo Gavotti, ad Albisola Superiore; Ville Faraggiana e De Mari, ad Albisola Marina), è sede della lavorazione delle ceramiche. Tale tradizione artigianale, iniziata nel ‘500, raggiunse grande sviluppo nei secoli XVII e XVIII ed è tuttora viva con decine di botteghe da cui escono prodotti di grande valore e creatività.
Per gli amanti dei castelli l’itinerario da seguire ha la prima tappa a Dego, dove si possono visitare le rovine del primo dei castelli carretteschi, sull’altura che domina a settentrione l’abitato. Anche a Cairo Montenotte, ad ovest della Porta Soprana, si osservano sul colle le imponenti rovine del Castello dei Del Carretto, poi passato agli Scarampi. Da Cairo Montenotte una deviazione interna conduce a Carretto, patria della celebre famiglia; e anche qui, nascosto nella boscaglia e annunciato da una torre quasi integra, il castello domina ancora maestoso e solitario il territorio circostante. Proseguendo nell’itinerario, l’Alta Val Bormida viene annunciata dal baluardo del Castello di Cosseria a dominio del valico di Montecala, accessibile soltanto dalla cosiddetta “via dei Granatieri”. A pianta poligonale, possedeva una duplice cinta muraria ed ha costituito per secoli la vigile sentinella dell’accesso al basso Piemonte. A Millesimo, il castello, formato da una fortificazione esterna e dalla residenza interna, si presenta tuttora imponente, conservando le mura su tre lati e la torre di ponente. A Roccavignale il castello carrettesco proteggeva e controllava la Val Semola e per la sua posizione strategica rappresentava un caposaldo del sistema difensivo medioevale, basato sul quadrilatero Cengio-Rocchetta-Cosseria-Millesimo. A pianta trapezoidale, disponeva di una possente cinta muraria rinforzata agli angoli da torri in parte conservate. Ai confini col Piemonte, Cengio guardava la strada delle Langhe; i resti del castello carrettesco sono visibili sul colle che domina da un lato l’abitato, dall’altro la Valle di Millesimo. Il ritorno a Savona può avvenire rapidamente per autostrada (ingresso a Millesimo).
Link utili:
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Contenuti gentilmente offerti dalla PROVINCIA DI SAVONA: si ringrazia per la gentile collaborazione l’Assessore Pierluigi Pesce, il Dr. Paolo Genta, la Dr.ssa Eliana De Carolis e la Dr.ssa Margherita Vallerga (cariche ricoperte al momento della collaborazione).