Il carciofo spinoso di Pompeiana (Imperia) ha foglie di colore verde tendente al grigiastro sulla pagina inferiore; quelle giovani e vicine al capolino sono lanceolate, con margine intero o poco seghettate, quelle adulte presentano un margine più intaccato profondamente. Il capolino principale presenta una forma conica allungata di colore verde, con marcate sfumature viola-brune e con spine pungenti sulle brattee. Il prodotto ottenuto raggiunge livelli di qualità e appetibilità elevati per la ricchezza di principi attivi che si accumulano nei capolini, ma soprattutto per la loro croccantezza e tenerezza al tempo stesso.
Produzione
La produzione media di questo prodotto locale si aggira intorno ai 6-8 capolini per pianta. La carciofaia viene generalmente rinnovata ogni due-tre anni, mettendo a dimora i carducci in giugno-luglio. Questi ultimi sono prelevati da piante madri coltivate nel paese al solo scopo riproduttivo. Nei terreni argilloso-calcarei di Pomepiana la maturazione è precoce. I capolini, di dimensioni medie, sono recisi lasciando circa 20 – 30 cm di gambo e tutte le foglie presenti. Il particolare microclima del paese, caratterizzato da temperature miti anche in inverno e da scarsa umidità, ne permette una maturazione precoce e soprattutto un uso per il consumo fresco, particolare ed esclusivo.
Curiosità
A Pompeiana se non sono fronde sono sicuramente carciofi: i terreni che non sono coltivati a fiori e foglie ornamentali o a mazzeria, sono infatti occupati per una discreta superficie dal carciofo spinoso. Della varietà di carciofo spinoso si parla già in epoca romana e si sa con certezza che a partire dal XV secolo viene coltivato in modo sistematico. La varietà spinosa è presente tanto nella zona di Pompeiana quanto nella piana di Albenga ma mentre nella fertile piana da vita a una vera e propria produzione industriale, sulle terrazze di Pompeiana mantiene il carattere di coltivazione tradizionale.