La zona di produzione è il litorale savonese, in particolare Noli che nel tempo ha mantenuto inalterata la sua vocazione di centro di pesca.
La Pesca artigianale del golfo di Noli è un Presidio Slow Food
I pescatori del Presidio appartengono a una cooperativa fondata a Noli all’inizio del Novecento. Escono al largo su piccole imbarcazioni – i gozzi – facendo una pesca con reti da posta tradizionali come tramaglio, reti a imbrocco e incastellate, palamiti e nasse. Il presidio vuole valorizzare l’attività della piccola pesca costiera conservando le tecniche tramandate da secoli. Il Presidio vuole valorizzare alcune tecniche di pesca antichissime e promuovere anche una campagna più vasta in difesa di tutta la piccola pesca del Mediterraneo, una risorsa importante: culturale, turistica, economica.
Curiosità
La pesca, del tutto costiera, è a strascico e si esegue con la sciabica, rete antichissima la cui origine è probabilmente araba. Utilizzata per lo più nel Ponente, ogni spiaggia ne aveva un esemplare. Oggi sopravvive in poche località e questo è l’esempio di Noli. La sciabica è una rete formata da due parti principali: la manica (sacco), un cono a maglie fitte in fondo al quale si raccoglie il pescato, e due bande o ali a maglie progressivamente più larghe a cui si collegano i cavi di traino, dette sciabicotti.
La messa in opera avviene con una barca a remi: dopo aver fissato l’estremità di un cavo a riva, i pescatori filano la rete mentre percorrono in mare un ampio semicerchio e portano l’altro capo nuovamente a riva, a circa 100 metri dal primo. A questo punto inizia il tiro a mano, lento e continuo, dei pescatori dalla spiaggia, trascinando la sciabica sulla riva: si chiude così il semicerchio e i pesci rimangono nel sacco.